L'intervista di Ciacio

18 novembre 2019

Oggi cominciamo una serie di incontri, delle chiacchierate, per conoscere in maniera più approfondita i nostri istruttori, coloro che si occupano della crescita sportiva e umana degli uomini e donne del futuro.
Buongiorno Carlo Costa,
Buongiorno Ciacio, questo siparietto, mi sembra di averlo già vissuto, io che parlo e tu che mi intervisti.
Si, Carlo , quegli splendidi pomeriggi nella tua stanzetta a sognare e programmare il futuro, pensando che il meglio dovesse ancora arrivare parafrasando Il Liga, un' altro che ci ha accompagnato nella nostra giovinezza.
Lasciamo per un attimo la nostalgia e parliamo di te, cercando di essere seri, come sta oggi Carlo Costa?
Diciamo mediatamente bene, ho riabbracciato stabilmente Siracusa, mi godo la crescita dei miei figli e insegno basket la cosa che mi rende felice.
Forse non te l' ho mai chiesto in tutti questi anni, come mai il basket?
Colpa di mio cugini Andrea che conosci benissimo, mi porto' al campo forzandomi , io innamorato del calcio e cosi mi innamorai una seconda volta.
Hai allenato bimbi, uomini, donne , e varie categorie. Cosa ti da più emozioni e soddisfazioni.
Sicuramente un campionato di alta categoria come l' ultimo passato  a Catanua. ti fa confrontare con schemi, situazioni e giocatori che alzano il livello do adrenalina e competizione, ma uno schema ben combinato con  relativo canestro di 5 bimbi te lo porti dietro una vita.
A proposito è ancora lunga la scia di questo titolo regionale under 18, cosa mi racconti.
È stata senza dubbio una bella soddisfazione. I ragazzi mi hanno seguito dal primo istante , alcuni già dalla serie C, una lunga cavalcata per un titolo mai raggiunto dalla società e un orgoglio per tutti i ragazzi, spero porteranno a lungo questo ricordo con loro.
Ora parlami di Siracusa , dell' aretusa, del tuo rientro.
Ciacio, lo sai bene Siracusa e l' Aretusa sono casa, Paolo e un amico e un conoscitore profondo di basket, chiusa la mia esperienza a Catania, mi è sembrata l' occasione più adatta a me, per insegnare basket e stare sereno.
Mi tocca la domanda serie, quella finale, pensi che il basket ti abbia restuito tutti gli sforzi che hai fatto nel campo, da quelle sere d' inverno fredde sul campo all' aperto della cittadella, con Peppe Padua che gridava.
Non lo so Ciacio, non pensavo sinceramente di arrivare cosi a lungo a stretto contatto con la palla a spicchi, li mi divertivo, anche parecchio, giocare è stato bello, ma insegnare è una cosa più completa, più profonda e nonostante tutto mi piace e mi fa sentire bene.
Grazie Carlo, ti lasciò ai tuoi ragazzi, ma trova del tempo anche per il Padel, noi anzianotti abbiamo sempre bisogno di novità.

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